la migliore sospensione posteriore per una MTB:
Esistono diversi schemi di sospensione posteriore per mountain bike ed ebike, ognuno con i propri vantaggi e svantaggi. Questo breve articolo vuole essere un guida anche se di certo non potrà rispondere a tutti i dubbi e/o coprire tutte la possibili varianti dei vari schemi, comunque i più comuni includono:
- Single Pivot: Questo è il design più semplice, con un unico punto di rotazione per il forcellone. È leggero e facile da mantenere, ma può soffrire di “pedal kickback” (contraccolpo della pedivella) e variazioni nella geometria durante la compressione.
- Horst Link (Four-Bar): Questo schema aggiunge un pivot sui foderi bassi, vicino al mozzo posteriore. Migliora l’indipendenza della sospensione dalla pedalata e dalla frenata, offrendo una migliore trazione e controllo. È più complesso e pesante del single pivot. Whyte Bikes
- Virtual Pivot Point (VPP) / Twin Link / Dual Link: Questi sistemi utilizzano due link per creare un punto di pivot virtuale che si muove durante la compressione della sospensione. Offrono un’elevata efficienza di pedalata e ottime prestazioni in discesa, ma sono complessi e costosi. Esempi includono VPP (Santa Cruz) , DW-Link (Pivot, Ibis), Maestro (Giant) e ZERO (Mondraker).
approfondimento DW-Link : https://bike-store.it/magazine/dw-link-sospensione-per-mtb-funzionamento-vantaggi-e-svantaggi/ - Linkage-Driven Single Pivot / Flex Stay: Questi schemi utilizzano un link per attivare l’ammortizzatore in un sistema a pivot singolo. I “flex stay” eliminano un pivot utilizzando la flessione controllata dei foderi. Offrono un buon compromesso tra semplicità, peso e prestazioni. Orbea Oiz
- High Pivot / Idler Pulley: Caratterizzati da un pivot principale posizionato in alto sopra la corona, utilizzano una puleggia tendicatena per gestire l’allungamento della catena durante la compressione. Sono ottimi per l’assorbimento degli urti su terreni accidentati, ma possono essere meno efficienti in pedalata. Rocky Mountain
- Split Pivot: Questo schema posiziona un pivot coassiale con il mozzo posteriore. Mira a separare le forze di frenata da quelle della sospensione, mantenendo la ruota posteriore attiva in frenata. Orbea Rise
Ogni schema ha le sue caratteristiche in termini di:
- Leverage Ratio: Il rapporto tra il movimento della ruota posteriore e la compressione dell’ammortizzatore. Può essere lineare, progressivo o digressivo e influenza la sensibilità ai piccoli urti, il supporto a metà corsa e la resistenza al bottom-out.
- Anti-Squat: La resistenza della sospensione alla compressione durante la pedalata. Un valore elevato riduce il bobbing della sospensione in pedalata.
- Anti-Rise: La resistenza della sospensione all’estensione (irrigidimento) durante la frenata. Un valore ben calibrato mantiene la sospensione attiva in frenata.
- Axle Path: La traiettoria seguita dal mozzo posteriore durante la compressione. Influisce sulla capacità della ruota di superare gli ostacoli.
- Pedal Kickback: Il movimento all’indietro dei pedali durante la compressione della sospensione, causato dall’allungamento della catena.
La scelta dello schema di sospensione posteriore dipende dall’uso previsto della mountain bike (XC, trail, enduro, downhill) e dalle preferenze del rider.
Quali sono i più efficienti per il Cross Country:
Tra gli schemi di sospensione posteriore che si conoscono, quelli generalmente considerati più efficienti per la pedalata sono i sistemi Virtual Pivot Point (VPP) / Twin Link / Dual Link e alcune varianti ben progettate di Linkage-Driven Single Pivot.
Ecco perché:
- Virtual Pivot Point (VPP) / Twin Link / Dual Link: Questi schemi, come quelli utilizzati da Santa Cruz (VPP), Pivot (DW-Link), Ibis (DW-Link) e Giant (Maestro), sono progettati per avere un alto valore di anti-squat nella parte centrale della corsa della sospensione, che è dove tipicamente si pedala. L’anti-squat contrasta la tendenza della sospensione a comprimersi sotto la forza della pedalata (il cosiddetto “bobbing”), rendendo la pedalata più efficiente e reattiva, specialmente in salita e su terreni pianeggianti. La posizione del punto di pivot virtuale cambia durante la compressione, permettendo di ottimizzare l’anti-squat in diverse fasi della corsa.
- Linkage-Driven Single Pivot (ben progettati): Alcuni schemi a pivot singolo che utilizzano un link per azionare l’ammortizzatore possono essere progettati con un buon anti-squat. Il posizionamento strategico del pivot principale e del link può ottimizzare l’efficienza della pedalata pur mantenendo una buona sensibilità agli urti.
Perché altri schemi sono generalmente meno efficienti in pedalata:
- Single Pivot semplice: Tende ad avere un anti-squat più variabile durante la corsa e spesso inferiore rispetto ai sistemi a link, il che può portare a un maggiore bobbing in pedalata.
- Horst Link (Four-Bar): Pur essendo ottimo per l’indipendenza dalla frenata, l’Horst Link tende ad avere valori di anti-squat inferiori rispetto ai VPP/Twin Link, il che può renderlo meno efficiente in pedalata, specialmente su salite ripide.
- High Pivot / Idler Pulley: L’alto punto di pivot e la puleggia tendicatena possono influenzare l’efficienza della pedalata, anche se i vantaggi in termini di assorbimento degli urti in discesa sono notevoli.
- Split Pivot: L’efficienza della pedalata dipende molto dalla progettazione specifica e dal posizionamento del pivot coassiale.
È importante notare che:
Il design specifico e la messa a punto sono cruciali: Anche all’interno dello stesso schema, l’efficienza della pedalata può variare significativamente a seconda di come il sistema è stato progettato e di come l’ammortizzatore è tarato.
Compromessi: Spesso c’è un compromesso tra efficienza della pedalata e prestazioni in discesa (sensibilità agli urti, trazione). I sistemi più efficienti in pedalata potrebbero essere meno “plush” sui piccoli urti, e viceversa.
Preferenze personali: Alcuni rider preferiscono una sospensione più attiva anche in pedalata, mentre altri cercano la massima efficienza.
In conclusione, se l’efficienza della pedalata è una priorità, i sistemi Virtual Pivot Point (VPP) / Twin Link / Dual Link sono generalmente considerati i più efficienti grazie alla loro capacità di gestire l’anti-squat in modo ottimale. Tuttavia, anche alcune Linkage-Driven Single Pivot ben progettate possono offrire un’ottima efficienza.
Quali sono i più efficienti per l’Enduro e DownHill:
Per le pratiche dell’Enduro e del Downhill, dove la priorità è l’assorbimento degli urti, la trazione, la stabilità alle alte velocità e la capacità di affrontare terreni estremamente accidentati, l’efficienza di pedalata in salita è meno critica (anche se comunque apprezzata nell’Enduro). In questo contesto, gli schemi di sospensione più efficienti in termini di prestazioni in discesa e capacità di assorbimento sono generalmente:
- High Pivot con Idler Pulley: Questo schema sta guadagnando molta popolarità nell’Enduro e nel Downhill per diversi motivi:
- Ottima capacità di “mangiare” gli ostacoli: L’alto punto di pivot permette alla ruota posteriore di muoversi più all’indietro durante la compressione iniziale, aiutando a superare gli ostacoli invece di impuntarsi.
- Trazione migliorata: La traiettoria della ruota più all’indietro mantiene la distanza tra il mozzo posteriore e la guarnitura più costante durante la compressione, riducendo l’effetto della sospensione sulla tensione della catena e migliorando la trazione.
- Stabilità: La sensazione di “roll-over” sugli ostacoli contribuisce a una maggiore stabilità alle alte velocità.
- L’idler pulley (puleggia tendicatena): È fondamentale in questo schema per gestire l’allungamento della catena causato dall’alto punto di pivot, evitando il “pedal kickback” eccessivo e permettendo alla sospensione di lavorare in modo più indipendente dalla trasmissione.
- Virtual Pivot Point (VPP) / Twin Link / Dual Link (specificamente progettati per Enduro/DH): Molte bici da Enduro e Downhill di alta gamma utilizzano questi schemi. I vantaggi in questo contesto includono:
- Ottimo bilanciamento tra supporto a metà corsa e progressività finale: I progettisti possono ottimizzare la curva di compressione per offrire un buon supporto quando si spinge sulla bici (salti, compressioni) e una progressività che evita il bottom-out sui grandi impatti.
- Buona indipendenza dalla frenata (anti-rise): Questo aiuta a mantenere la sospensione attiva e la ruota posteriore a contatto con il terreno durante le frenate brusche.
- Trazione: Un design ben realizzato può offrire ottima trazione su terreni sconnessi.
- Horst Link (Four-Bar): Tradizionalmente molto popolare nel Downhill, l’Horst Link offre un’eccellente indipendenza dalla frenata, mantenendo la sospensione attiva anche quando si frena forte. Questo contribuisce a una migliore trazione e controllo in discesa.
Perché altri schemi sono generalmente meno efficienti in questo contesto:
- Single Pivot semplice: Può soffrire di “brake jack” (irrigidimento della sospensione in frenata) e di una curva di compressione meno ottimizzata per gli impatti più grandi.
- Linkage-Driven Single Pivot / Flex Stay (in genere): Anche se possono essere validi per trail riding aggressivo, potrebbero non offrire lo stesso livello di prestazioni e controllo sui terreni più estremi dell’Enduro e del Downhill rispetto agli schemi menzionati sopra.
In sintesi:
Per l’Enduro e il Downhill, gli schemi che offrono la migliore combinazione di assorbimento degli urti, trazione e stabilità sono tipicamente l’High Pivot con Idler Pulley, il Virtual Pivot Point (VPP) / Twin Link / Dual Link (specificamente ottimizzati) e l’Horst Link. La scelta finale dipende dalle specifiche esigenze del rider, dal tipo di terreno prevalente e dalle preferenze personali. Le bici con High Pivot stanno guadagnando terreno grazie ai loro evidenti vantaggi sui terreni più difficili.
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